Alla scoperta del primo occhiale che mette a fuoco la voce.
Rumore, rumore. Quello che può ricordare in prima battuta il ritornello di una gioiosa canzone di fine anni Settanta è un problema di benessere quotidiano per milioni di persone in tutto il mondo. Secondo uno studio pubblicato su Lancet, sono circa 1,2 miliardi gli adulti nel mondo che hanno problemi di ascolto nel rumore senza perdite uditive importanti e sono ben 1,1 miliardi i giovani a rischio a causa dell’esposizione giornaliera ad ambienti acusticamente caotici per almeno 8 ore al giorno. E cosa c’entra questo con la vista e, soprattutto, con l’innovazione? Tutto.
Sul mercato dei gadget tecnologici si è imposto da diversi anni il trend del noise canceling, ovvero del comfort acustico per limitare il disturbo causato dai rumori mentre si ascoltano
contenuti digitali come la musica o le telefonate. D’altro canto, sul mercato degli occhiali si stanno affacciando gli Augmented Reality glasses, con i quali è possibile ascoltare
gli stessi contenuti digitali, ma senza intervenire sul rumore circostante. Una cosa è certa: la distanza tra ascolto e visione, e di come queste due modalità di percezione interagiscano tra loro, si accorcia sempre più.
La stretta connessione tra questi due mondi percettivi e cognitivi è evidente già a partire dal nostro quotidiano. Immaginiamo di conversare con una persona in mezzo al frastuono cittadino, oppure seduti al ristorante, circondati da tavoli chiassosi, senza riuscire ad ascoltare ciò che il nostro interlocutore sta dicendo. Gli rivolgiamo lo sguardo, un gesto del tutto naturale, ma non basta. Leggiamo inconsciamente il labiale, ma ancora non basta. Perché non riusciamo ancora ad ascoltare nitidamente? Abbiamo forse un problema di
udito? La risposta è no.
C’è qualcosa, quando il rumore sovrasta un ascolto chiaro e senza sforzi, che rispetto alla vista non si può fare senza supporto tecnologico. Quando non vogliamo vedere qualcosa, semplicemente spostiamo lo sguardo. Quando non vogliamo ascoltare qualcosa, non ci resta che tapparci le orecchie, evitando di sentire tutto. E se invece volessimo selezionare certe voci e tralasciarne altre? A questo bisogno, l’industria dei gadget non ha ancora risposto.
In Italia decine di milioni di persone che sono ufficialmente considerate sane, faticano a capire le parole nel rumore, ma non stanno ricevendo un reale supporto dal mercato. Dopo un controllo dell’udito, questa fetta di popolazione risulta non avere bisogno di apparecchi acustici. Com’è possibile? La risposta viene dalla scienza: le difficoltà a capire le parole nel rumore sono un fatto prima di tutto ambientale, poi cognitivo e solo in ultima analisi uditivo. Si dimostra che gli adulti per loro stessa natura sono meno bravi dei bambini a distinguere le parole nel rumore e che il rumore cittadino rappresenti un fattore di rischio per la salute. E anche in presenza di una perdita appena lieve il rumore impedisce
comunque di comunicare efficacemente. Ce ne siamo tutti accorti indossando le mascherine: la qualità delle nostre conversazioni è peggiorata.
In questo scenario di mercato è nato GLASSENSE®: il primo occhiale che mette a fuoco la voce. È nato a Genova da Acoesis, startup spin-off dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Una rivelazione che non ci saremmo aspettati: in solo un anno di vita ha collezionato riconoscimenti importanti sui media,presenza a forum ed eventi internazionali, investimenti e premi, l’ultimo dei quali il Gran Premio della Giuria ai Graziella Pagni Awards 2021. Ma cos’è GLASSENSE® e in che senso risolve, per primo, il problema dell’ascolto del rumore passando per la stessa vista? Ne abbiamo parlato con il CEO e Co-founder Luca Giulio Brayda, Ph.D., oggi imprenditore, ma da sempre ricercatore nelle tecnologie sensoriali insieme al suo socio, Luca Giuliani, Ph.D.
Luca, partiamo con una domanda difficile: in che senso GLASSENSE® è il primo occhiale che mette a fuoco la voce?
GLASSENSE® permette alle persone di focalizzarsi sulla fonte sonora di interesse, proiettando tutte le altre in un sottofondo acustico. Accendendo gli occhiali e indossando
gli auricolari, non bisogna far altro che rivolgere lo sguardo verso ciò che si desidera ascoltare. Spostare il concetto di focus dalla vista all’ascolto è tanto intuitivo quanto innovativo, così come sfruttare l’istinto innato di guardare chi si sta provando ad ascoltare meglio.
In che modo accade? Servono competenze o impostazioni
particolari da parte di chi li indossa?
Assolutamente no, è semplice come indossare un normale paio di occhiali e un normale paio di cuffie auricolari. Al suo interno, GLASSENSE® contiene 8 microfoni digitali che diventano direzionali con una tecnologia proprietaria, l’abbiamo chiamata SuperFocus™. Sembra un linguaggio da supereroi e un po’ ci piace per questo: GLASSENSE® ha un potere altamente trasformativo nella vita delle persone.
Che significa, in concreto?
Gli ostacoli percettivi all’ascolto nel rumore hanno un impatto non solo sulla comunicazione, ma anche sul senso di auto-efficacia, sull’autostima e sull’inclusione sociale degli individui. Per questo GLASSENSE® risolve innanzi tutto un problema relazionale, più che uditivo. È trasformativo perché aiuta le persone a migliorare la qualità della vita.
Che ne pensi dei gadget di realtà aumentata che impazzano sul mercato, per esempio dei nuovi RayBan Stories? Anche questi hanno spesso la forma di un occhiale. GLASSENSE® fa parte di questa categoria?
Ne penso tutto il bene, perché non siamo assolutamente in competizione. Il nostro non è un prodotto di realtà aumentata, ma al contrario di realtà selettiva: scegli tu cosa percepire, e metti il resto in sottofondo. È un concetto che dà molto empowerment alle persone, davvero prezioso in un’economia che è sempre più economia dell’attenzione e sempre meno economia dell’iper-scelta.
Quindi GLASSENSE® è un dispositivo medico?
Di base no, lo diventa solo se un cliente sceglie di graduare le proprie lenti per miopia, astigmatismo o condizioni comunque pertinenti esclusivamente alla vista. Collaboriamo con studi ottici tutti i giorni quindi la domanda ha un suo senso.
Parlami del vostro legame con l’industria ottica. Come collaborate?
GLASSENSE® è il primo prodotto sul mercato che porta a cooperare audioprotesisti e ottici, unendoli in una collaborazione inedita, ma necessaria. Se è irragionevole scindere nella realtà quotidiana i due mondi percettivi che abbraccia il nostro occhiale, ovvero il visivo e l’acustico, ciascuno con i suoi problemi, perché continuare a farlo?
Poco fa hai nominato l’ufficio. Come vi è venuto in mente di fondare una startup dedicata a questo prodotto?
Abbiamo condotto svariati anni di ricerche presso l’Istituto Italiano di Tecnologia e coordinato progetti di ricerca con fondi nazionali ed europei su studi percettivi e tecnologiesensoriali. Quando ci siamo resi conto che GLASSENSE® non era più un semplice prototipo, ma un prodotto completo e in grado di trasformare la vita delle persone, abbiamo fondato Acoesis. Da quel momento abbiamo ricevuto finanziamenti pubblici e privati. Abbiamo investito in ingegneria, marketing, ricerca e buon design per rendere GLASSENSE® accessibile, comodo, funzionale ed elegante per tutte le persone. Il premio ai Graziella Pagni Eyewear Awards di quest’anno ci ha confermato che siamo sulla strada giusta.
Se dovessi descrivermi il vostro acquirente ideale, chi sarebbe?
Sul B2C, ne abbiamo di diversi tipi. Ma non crederai al numero di manager, magari over 50, che iniziano a provare un reale sollievo nella loro vita professionale e sociale utilizzando l’occhiale. Il nostro primo cliente soddisfatto in realtà è stato un noto fisico, il Prof. Gaetano Gallinaro. Questo ci ha lusingati, perché conferma il valore scientifico di quanto siamo riusciti a realizzare. Sul B2B ti direi invece che il nostro partner ideale è un centro ottico o acustico abituato a proporre alla clientela prodotti innovativi.
E come sta andando questo primo anno sul mercato? La pandemia e le distanze sociali riducono l’utilità dell’occhiale?
Onestamente ci sta andando benone, perché GLASSENSE® è doppiamente utile sia nell’ascolto a distanza, sia quando si indossa la mascherina, che ovatta e riduce di molto una percezione nitida della voce. Abbiamo avviato il mercato nel Nord Italia e stiamo testando da poco altri mercati in Europa. Abbiamo ottimi City Manager disposti a presentare il prodotto e la nostra proposta commerciale con potenziali partner in ogni città, e con “partner” intendo ovviamente centri ottici con i quali collaborare strettamente, anche sul marketing digitale.
Acoesis sarà presente con GLASSENSE® al MIDO Eyewear
Show di RHO Fiera Milano, dal 30 Aprile al 2 Maggio 2022.
Per informazioni e partnership: commerciale@acoesis.co