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Binocoli in pillole, a cura di Piergiovanni Salimbeni

 

Continuiamo questa nuova rubrica, analizzando piu’ approfonditamente le peculiarità di un binocolo.

Il diametro e gli ingrandimenti
Per analizzare le caratteristiche di un binocolo, è possibile osservare i dati impressi sul suo scafo ottico. Ad esempio, la sigla “8×56” significa che lo strumento possiede un diametro degli obiettivi di 56 mm ed è in grado di fornire otto ingrandimenti. Nel mercato attuale esistono binocoli nel formato 6×30 sino ad arrivare a giganteschi prodotti con ottiche da 150 mm di diametro. Il campo reale e il campo apparente Il campo lineare è impresso sullo scafo di un binocolo in metri, ad esempio 150 m/1000 m oppure in gradi: esso rappresenta la porzione del panorama osservato attraverso il binocolo. Tale prestazione dipende non solo dagli ingrandimenti, ma anche dalla configurazione ottica degli oculari, che segrandangolari, possono fornire, a parità d’ingrandimenti, un campo anche doppio rispetto a quello di un binocolo dotato di oculari economici.

Queste caratteristiche, ovviamente, si pagano in termini di prezzo di acquisto, giacché, in fase di costruzione si devono utilizzare anche dei prismi sovradimensionati per non creare vignettatura nella visione. Di fatto la possibilità di osservare in un campo ottico ampio e privo di aberrazioni è la principale differenza tra un binocolo di media qualità e uno eccellente. Per questo motivo esistono dei binocoli 8×42 da 80 euro ma anche da 2000 euro.

Il campo apparente
È dato dal rapporto tra il campo reale e gli ingrandimenti, ad esempio: un binocolo 8×42 con un campo di 8 gradi fornisce 64 gradi di campo apparente, un valore eccellente che consente una perfetta immersione nella scena, senza notare il classico “effetto tunnel” o “buco di serratura” che si evince nei binocoli economici. Da qualche anno, molte aziende costruttrici si avvalgono di una nuova normativa un po’ più restrittiva, la ISO 14132-1:2002 standard.


La pupilla di uscita

È data dal rapporto tra gli ingrandimenti e il diametro, è possibile osservarla puntando gli obiettivi del nostro binocolo verso il cielo azzurro, verificandone la circolarità attraverso Stabilizzazione con prismi ad angolazione variabile Usato da Canon: è composto di due sensori in grado di rilevare sia le vibrazioni verticali sia quelle orizzontali, i due prismi ad angolazione variabile (VAP) sono controllati da un microprocessore che regola immediatamente l’angolo di rifrazione della luce in entrata. Questo è un sistema di stabilizzazione molto moderno e sofisticato, anche se la compensazione è inferiore a un grado. gli oculari.

Poiché le nostre pupille si dilatano in scarsità di luce, sino ad arrivare a 6-7 mm, nel caso in cui si volessero compiere delle proficue osservazioni crepuscolari, sarebbe utile acquistare un binocolo estremamente luminoso, con una pupilla di uscita compresa fra i 5 ed i 7 mm. Per l’uso diurno, invece, saranno sufficienti binocoli con pupille di uscita pari a 3-4 mm. È sempre possibile avvalersi di un binocolo molto luminoso di giorno, ovviamente non tutta la luce sarà raccolta dalla pupilla e il binocolo si comporterà come uno strumento dal diametro inferiore.

Esiste un semplice calcolo per verificare la presunta perdita di luminosità e si basa su questa formula valida sino a circa 10/12 ingrandimenti, (diametro della pupilla umana x gli ingrandimenti del binocolo.) Ad esempio un binocolo 8×56 con una pupilla di oltre 7 mm, se utilizzato di giorno quando le pupille saranno dilatate di 3 mm, sarà luminoso come un binocolo 8×30 molto simile a quella fornita da un binocolo 8×25.

Stabilizzato o non stabilizzato?
L’appassionato esigente, che magari ha bisogno di osservare a ingrandimenti medio – alti, senza scomodi treppiedi potrebbe senza dubbio fare uso di un binocolo stabilizzato. Sul mercato vi sono tre principali sistemi stabilizzati e ognuno presenta dei fattori positivi e negativi.

Stabilizzazione meccanica
È la meno recente, è composta di un semplice schema con sospensione cardanica che evita ai prismi lo spostamento cui è sottoposto il binocolo durante l’impiego a mano libera, i lati positivi consistono nell’assenza di batterie, di contro i binocoli che ne fanno uso non la possono disattivare durante la fase di panning. Di solito, inoltre, le dimensioni sono abbastanza importanti. Tale sistema è utilizzato, ad esempio, da Zeiss con il suo performante Special 20×60 S


Stabilizzazione a giroscopio

Il sistema è governato da un motore giroscopico ad alta velocità, in grado di stabilizzare i rismi anche con molti gradi di compensazione, di solito quattro o cinque. Questi sono sistemi più utilizzati nei binocoli per uso militare e nautico, ovviamente sono alimentati da batterie interne o esterne. Questa sistema, ad esempio, è utilizzato dai binocoli Fujinon, dai Nikon e dai Bushnell.

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