Doriano, sono ormai passati parecchi anni dal momento in cui decideste di produrre occhiali in legno. Come e’ cambiato in questi anni questo mercato?
Nove anni per l’esattezza, e devo dire che il mercato ha veramente subito dei notevoli cambiamenti soprattutto per quanto riguarda il modo di acquistare e vendere. Oggi il consumatore è decisamente più consapevole quando acquista e di conseguenza l’ottico/negoziante vuole essere sempre più informato e rassicurato sul prodotto che vende. La qualità e la certezza dove viene prodotto l’occhiale è un requisito primario, il prezzo è poi una conseguenza.
Partecipate a questo Mido 2019 dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti a livello mondiale grazie alle vostre intuizioni. Quali sono state le vostre principali innovazioni?
Se pensi che la sfida di presentarsi al mercato con un occhiale in legno è stata vinta credo che la principale innovazione sia stata quella di trattare l’occhiale come fosse una piccola sedia. Ho passato quaranta anni a costruire sedie in legno con l’azienda di famiglia e l’esperienza acquisita l’ho quindi trasferita nell’occhiale. L’avere inserito le due sottili lamine di alluminio tra i sette fogli di legno fa si che ad oggi w-eye sia l’occhiale più leggero, flessibile e resistente nella categoria “LEGNO”.
Quali sono i materiali che utilizzate nelle vostre collezioni?
Legno, alluminio e rame che accoppiati correttamente formano un sandwich dello spessore di 4, 5 millimetri dal quale poi si ricava l’occhiale. Sia l’alluminio ed il rame sono puri al 99,99% e NON contengono nichel, mentre le varie essenze di legno impiegate provengono da foreste certificate a garanzia della corretta salvaguardia della biodiversità dell’ambiante e della fauna ad essa legata. Mi preme sottolineare che usiamo anche i legni ALPI, prodotti in Italia dalla ALPI spa azienda di rilevanza mondiale leader nel suo settore (mi piace definirla la Mazzuchelli del legno), che si contraddistinguono per le fantasie di colori che questa azienda ha saputo creare. Sono dei sottili fogli di legno, esenti da formaldeide, che si applicano sulla parte esterna/interna dell’occhiale conferendogli così una particolare nota di colore.
Quale sara’ il futuro dell’occhiale made in Italy?
Sicuramente assisteremo alle più svariate sperimentazioni, vista la velocità con cui si sta diffondendo la stampa 3D, ma io credo che ci sarà un ritorno al passato perché, passata la moda del momento tecnologico, la gente vorrà acquistare un occhiale che abbia un contenuto, una storia da raccontare, che sia frutto del saper fare, che abbia un’ANIMA.
Questo lo possiamo sicuramente trovare nel “made in Italy” perché siamo un popolo passionale, ricco di cultura e fantasia, operoso e che ci mette il cuore, assieme alla faccia, in quello che fa. Credo quindi che il saper fare, presente nelle piccole e medie aziende, sarà la chiave di volta per gli anni a venire e di conseguenza vedo un futuro roseo per l’occhiale “made in taly”.