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Evento filiera produzione occhiali 2023, la maturità ha 11 anni

L’evento di Filiera Produzione Occhiali, giunto alla undicesima edizione, si è presentato in tutta la sua profonda capacità di aggregare i protagonisti del settore occhialeria diventando de facto il punto di riferimento per l’intera filiera.

Se ci dovessimo limitare solo a leggere i numeri non potremmo dire altro che: il tradizionale evento della Filiera Produzione Occhiali (FPO) che si è svolto a Castelbrando di Cison di Valmarino è stato un successo. Perché, complice anche la disponibilità di spazio dopo la fine dell’emergenza pandemica, quest’anno FPO ha visto oltre 300 iscrizioni da parte di persone che operano in questo comparto. Pensando che tutto è iniziato una decina di anni fa con un gruppetto – che non sarebbe un torto definire di pochi intimi – e che oggi siamo davanti all’evento che segna a cadenza annuale l’analisi dello stato di salute del settore, non ci si può certo lamentare.
Numericamente a fare la parte del leone sono stati gli ottici, ovverosia i destinatari del lavoro legato a questa importante giornata nata anche grazie alla stretta collaborazione di Eidos e Cegeka e con il supporto di MIDO.

Il primo elemento che è saltato agli occhi è la riformulazione temporale dell’evento che da quest’anno si svolge in due sessioni (mattina e pomeriggio) per dare ai partecipanti la possibilità di vivere questa esperienza in misura più completa e coinvolgente. Per ciascuna delle due sessioni si sono svolte due tavole rotonde e una serie di attività collaterali non meno significative.

La prima tavola rotonda, moderata da Paolo Beducci era dedicata alla nascita di un Ministero del Made in Italy, che ovviamente per chi produce realmente in Italia rappresenta una realtà significativa e importante. La domanda che ci si poneva nella tavola rotonda era molto semplice: abituati a una classe politica non sempre efficace, si tratta di un’opportunità importante o si tratta di una speranza destinata a rimanere tale? Certo è che, se il governo e il suo ministro Urso non troveranno il modo di passare dalle parole ai fatti in tempi rapidi, le cose potrebbero complicarsi e il rapporto fra imprenditori italiani del mondo delle montature e classe politica potrebbe vedere un ulteriore freno al dialogo. D’altra parte, si tratta di un argomento caldo e sempre più all’ordine del giorno: ci sono imprenditori che hanno fatto della qualità, del made in Italy e della certificazione di ogni passaggio produttivo un vero e proprio status, mentre ancora è troppo elevata la quantità di prodotto che viene venduto come ”prodotto in Italia”, ma che in effetti di italiano ha davvero poco o nulla.

L’argomento è molto sentito dagli imprenditori del settore che subiscono la concorrenza non proprio leale di chi sfruttando le leggi e le normative europee, riesce a spacciare per italiano ciò che italiano in effetti non è. Il dibattito si è molto incentrato sulla necessità di individuare una serie di comportamenti e regole nuove e diverse che permettano di rendere davvero sicuro il concetto di made in Italy, quando questo è indicato su un prodotto. Esiste, ed è emerso durante il dibattito anche una legge che dovrebbe tutelare il 100% made in Italy, ma per questa legge non sono mai stati introdotti i decreti attuativi, ovverosia le norme che regolano le linee guida della legge.

Argomento spinoso che ha visto il dialogo piuttosto serrato fra un Consigliere regionale del Veneto ( Tommaso Razzolini, che proviene proprio da una famiglia di produttori di occhiali), designer ( Bruno Palmegiani), ottici ( Domenico Concato e Carlo Xausa) e tre produttori di made in Italy che, pur provenendo da aree geograficamente differenti, rappresentano in modo eccellente il concetto di made in Italy e di mantenimento della produzioni in Italia: Glenda Menia, Romano Vedova e Doriano Mattellone. Si riuscirà a fare passi in avanti in questa direzione? Il desiderio di discutere e cercare insieme proposte da portare a livello ministeriale pare esserci.

Molto dipenderà da come imprenditori e politica riusciranno a dialogare. Un’ipotesi di lavoro per individuare delle tematiche su cui confrontarsi nello specifico è stata raggiunta. Ora sta alle parti renderla realtà.

La seconda e la terza tavola rotonda erano gestite da Roberto Pregliasco e vertevano su due argomenti più tecnici e strettamente operativi sotto il profilo dell’attività dell’ottico e del produttore di montature. “Un futuro sostenibile per l’ottica e l’occhialeria – Il ruolo dell’Ottico Optometrista, il tema del passaggio generazionale e del mantenimento delle competenze nell’intera filiera”.

Tema di grande attualità, che è stato affrontato dagli ospiti di Pregliasco con grande approfondimento e analisi delle tematiche che emergono in fasi come il passaggio generazionale e la necessità di mantenere intatte le competenze all’interno della intera filiera dell’occhiale. Dopo un necessario coffee break la terza tavola rotonda è scesa ancora di più nella parte dedicata agli aspetti tecnici. Qui, sempre sotto la guida di Roberto Pregliasco, si è passati a discutere e spiegare quale sarà l’impatto che “ Il nuovo regolamento europeo su dispositivi medici (MDR)“ avrà sulla filiera. Si tratta di un tema da certi punti di vista polarizzante, dati i cambiamenti e le innovazioni che sono state introdotte in questo specifico settore dall’UE. Cambiamenti che, oltre tutto, troppo spesso non sono stati spiegati, vanificandone in parte l’efficacia. Infine, l’ultima tavola rotonda “Come nasce un occhiale” era dedicata alla filiera attraverso la ricostruzione di tutto il processo che porta un’idea ad essere un prodotto da vendere in esposizione nel negozio di ottica.

Sul palco gli esperti di ciascuno dei passaggi che questa attività implica. A ciascuno il compito di raccontare la propria parte di lavoro, indicando i punti critici e quelli più importanti del loro lavoro.

Castel Brando e il suo evento della Filiera, però, non sono solo dibattito e approfondimento. L’evento si è dato il compito di premiare le aziende e le persone del settore che, a vario titolo, hanno ricoperto o ricoprono un ruolo significativo nell’intera filiera di settore. Così, accanto ai riconoscimenti legati alla lunga militanza in un settore certamente non facile, l’associazione AIO, per mano del presidente Mario Casini, ha consegnato gli FPO EXCELLENCE AWARDS, riconoscimenti che premiano le aziende della Filiera votate da ottici, produttori e operatori mediante un sondaggio online: migliori occhiali finiti, miglior fornitore e migliore collezione le tre categorie del contest.

A queste infine, si sono aggiunte le targhe consegnate alle realtà che che da oltre trent’anni lavorano ed innovano per l’eccellenza dell’industria manifatturiera Italiana della Filiera. Realtà che in alcuni casi hanno anche un secolo e più di storia e tradizione sulle spalle.

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