Nel suo lungo viaggio verso un mondo più sostenibile, Adriano Lio ha ideato un nuovo modo di realizzare occhiali in acetato partendo dagli scarti di produzione. Un salto in avanti che pone l’imprenditore veneto ancora una volta all’avanguardia.
Se da una parte la questione ambientale è ogni giorno più presente e evidente a tutti noi, dall’altra spesso ci rendiamo conto che un utilizzo più consapevole delle risorse che il nostro pianeta ci mette a disposizione è troppo spesso ancora lontano da arrivare.
Perché non basta decidere di utilizzare prodotti a basso impatto ambientale (che comunque è già un passo avanti sotto molti aspetti significativo) ma diviene necessario ripensare il nostro approccio al pianeta che ci ospita per poter essere nelle condizioni di consegnarlo a chi verrà dopo di noi in condizioni uguali, se non migliori, di come lo abbiamo ricevuto dai nostri genitori.
Si tratta di un argomento delicato e molto più profondo di come si possa immaginare e abbiamo pensato di affrontarlo con Adriano Lio che dell’innovazione e del rispetto dell’ambiente ha fatto uno dei suoi punti cardine. Non solo nell’attività professionale, ma anche nella vita privata. Da questo matrimonio di attenzioni è nato un nuovo prodotto che vedremo al Mido e che rappresenta un indiscusso passo in avanti, un vero balzo rispetto ai pensieri correnti e ricorrenti. Salti in avanti, visioni emotive e logiche che mettono Lio al centro di un modo di pensare e ripensare il nostro mondo. Perché è difficile individuare altrove la capacità di andare verso il futuro con tanta voglia di semplicità e di naturalezza. Adriano Lio è persona che rifugge le sovrastrutture e le complicazioni eccessive. Gli piace spiegare le cose con la stessa naturalezza con cui nascono in lui. È in questo approccio che a nostro avviso sta molto del suo fascino, della sua disarmante naturalezza.
Tutto nasce da un occhiale che si chiama Riciclò e che rappresenta il punto di arrivo di un percorso nato diversi anni fa e che oggi è più attuale che mai.
Adriano Lio, siamo ormai quasi abituati a novità e proposte per certi versi dirompenti da parte sua. In questo caso parliamo d’un occhiale che pare avere tutte le carte in regola per fare colpo e lanciare un’ipotesi di riflessione. Cos’è Riciclò?
“Riciclò è il punto di arrivo di una lunga riflessione. Una riflessione durata nel tempo e che mi vede da sempre impegnato nell’individuare gli strumenti per contribuire a vivere meglio preservando l’integrità di questo pianeta. Riciclò è un occhiale fatto da materiale di riciclo. Attenzione, non materiale riciclato e portato a nuova vita attraverso passaggi industriali, ma materiale di scarto delle lavorazioni degli altri occhiali. Sotto questo punto di vista possiamo anche parlare di punto di partenza, non solo di arrivo. Riciclò è un esperimento, ma anche qualcosa di più.”
In che senso è qualcosa di più?
“Partiamo per prima cosa dall’idea: prendere i materiali di risulta delle lavorazioni dei nostri occhiali e da questi realizzare dei nuovi occhiali che siano un collage degli scarti della nostra produzione. Quindi parliamo in ogni caso di materiali a basso impatto che grazie a questa forma di riciclo diminuiscono ancora di più la loro impronta sull’ambiente. Perché i materiali che utilizziamo per Riciclò altrimenti andrebbero smaltiti e riciclati. Così invece li usiamo fin dove ci è possibile. Mi sono convinto che non basti lavorare con prodotti e materiali riciclabili, ma che si debba fare un passo in più. Un ulteriore passo in più.”
A che passo si riferisce, cosa intende per passo in più?
“Il passo in più è legato all’utilizzo di materiale che c’è già e che quindi non comporta un inquinamento aggiuntivo o l’utilizzo di energia fossile per essere riciclato. Non sono un estremista dell’ambientalismo ma sono un fervente cultore del rispetto per ciò che ci circonda. Credo che rispettare gli altri e l’ambiente, partendo dalle piccole cose, sia importante e soprattutto faccia bene a noi e a chi ci sta intorno. Le faccio un esempio, apparentemente piccolo ma significativo: mia figlia di dieci anni nei giorni scorsi si è accorta che il parchetto in cui gioca con le sue amiche e i suoi amici era trascurato e un po’ sporco. Non si è persa d’animo e con un’amica ha deciso di ripulirlo dalle cartacce e sopratutto dalle mascherine gettate a terra. Per me è stata una sua grande vittoria. Ha reso migliore la sua piccola parte di mondo. Le ho fatto i miei complimenti, li meritava davvero. Pensi se facessimo tutti così nelle nostre azioni quotidiane. Un bagno trovato pulito, ad esempio, dovrebbe essere lasciato altrettanto in ordine quando ne usciamo. Il mondo in cui viviamo è un luogo che abbiamo in prestito e non una nostra proprietà.”
Torniamo agli occhiali e alla loro particolarità.
“Abbiamo lavorato molto sul concetto che doveva essere alla base di Riciclò. La scelta di fare un oggetto così particolare e unico risponde a due esigenze nel medesimo istante. La prima è la riduzione dell’impatto ambientale e la dimostrazione che si può e si deve fare qualcosa per pesare un pò meno sull’ambiente a tutti i livelli. La seconda è l’unicità del prodotto. Infatti è piuttosto difficile che unendo ritagli di produzione eterogenei fra loro si possano ottenere due occhiali esattamente uguali. E questo deve essere considerato a mio parere un elemento distintivo rispetto a prodotti fatti in serie. Qui emerge l’artigianalità del lavoro, la capacità di “leggere” il materiale che si ha a disposizione gestendolo nel modo migliore possibile.”
Cosa intende per modo migliore possibile?
“Dalla progettazione alla gestione dei singoli pezzi riciclati in modo da di ridurre gli sprechi. Tutto questo significa semplicemente realizzare un prodotto unico ma che non urli la sua unicità a tutti i costi. Riciclò è già un occhiale unico e non ha quindi bisogno di essere caricato di altri significati. È una proposta per mostrare come si possa cercare di rendere migliore il nostro ambiente, usando fantasia e tecnologia.”