Epique, dalla nuova sede, idee vincenti

Partendo da una scelta non convenzionale per realizzare la nuova sede del proprio brand, Epique ha deciso di infrangere gli schemi. Come del resto loro abitudine fin dal primo giorno.

Negarlo sarebbe sciocco e anche bugiardo: è proprio bella, molto bella. Ci riferiamo alla nuova sede di Epique, il freschissimo brand fondato da Alessia Epifani che in un brevissimo lasso di tempo è riuscito a ritagliarsi un ruolo molto ben identificato nel mondo dell’occhialeria. Questo soprattutto grazie alla qualità e alla capacità innovativa del prodotto che, è bene ricordarlo, contiene in sé spunti davvero unici. Come prima fra tutti, la presenza di sete all’interno degli occhiali. Sete pregiate, spesso realizzate su disegno della stessa Alessia che ne hanno fatto oggetti assolutamente unici.

Torniamo per ora alla nuova sede di Epique che più che una semplice sede è a tutti gli effetti un bellissimo atelier dove diviene possibile incontrare e scoprire un nuovo mondo fatto di aspetti che difficilmente immagineresti di trovare.
Alessia, siamo nel centro di Torino e questa sede è molto di più di un normale ufficio o di un semplice atelier. In primo luogo viene da notare l’architettura…
“ Sì è vero, l’architettura si nota subito. Questo luogo negli ultimi anni ha ospitato una casa di moda, una realtà che produceva abiti. Tanto che quando siamo entrati in possesso dello stabile qui c’erano macchine da cucire e altri macchinari tipici del confezionamento. E poi analizzando quello che c’era qui dentro abbiamo anche capito che al piano di sopra si lavorava e al piano terra c’era uno show room.

Cosa interessante è che in questo stabile si lavorava la seta. E che nei nostri occhiali il tessuto utilizzato è seta. Ma in effetti la sua storia è molto più datata. Si tratta di un costruzione che probabilmente ha almeno centocinquant’anni. Lo deduciamo dalle finestre ampie tipiche di un luogo in cui c’è necessità di luce naturale e quindi immaginiamo che tutto questo sia precedente alla fine dell’800.”

Questa però come sede è davvero particolare e bella. Come mai una scelta così poco convenzionale?
“All’inizio avevamo pensato a degli uffici più tradizionali. Infatti avevamo orientato la ricerca in quella direzione. Però alla seconda visita ci siamo imbattuti in questa vecchia fabbrica e da quel momento, nonostante decine di visite, il pensiero tornava sempre qui. Così abbiamo approfondito e deciso. All’inizio ci sembrava davvero troppo grande per potergli dare una logica rispetto a quello che ci eravamo preposti. Poi però ragionando ci siamo resi conto che lo spazio ci metteva nelle condizioni di poter fare molto di più che dei semplici uffici e una saletta di presentazione. Lo spazio di Epique poteva diventare molto di più.”

A cosa si riferisce?
“Gli uffici intesi in senso tradizionale sono e restano uffici, questo è uno spazio aperto dove accanto agli uffici c’è uno show room con un’area per le riunioni con i clienti o con i fornitori, un’area in cui si possono non solo vedere gli occhiali, ma anche assaporare un po’ di quello che è il nostro pensiero su questo marchio. Per esempio abbiamo già realizzato degli incontri con i clienti e abbiamo mostrato loro come si progetta e si realizza un prototipo di occhiale. Poi abbiamo dato loro mano libera e i due che ci sono piaciuti di più diventeranno occhiali veri.

La dimensione dello stabile ci permette di ospitare molte persone contemporaneamente. Quando abbiamo fatto quel primo incontro con gli ottici piemontesi, li abbiamo divisi in tre gruppi e a turno hanno fatto tutte le attività che erano previste. Senza mai avere problemi di spazio. E poi, abbiamo la possibilità di avere in esposizione tutti i modelli a catalogo. E non è cosa da poco. È capitato ad esempio che un cliente si accorgesse di un prodotto che forse gli era sfuggito in fase di visita del rappresentante. Qui si possono far le cose con più calma. Interagire e scegliere, fermarsi per un aperitivo. Insomma non è un luogo solo commerciale, è un luogo per condividere una passione e conoscersi al meglio. Proprio per questo il 2023 è l’anno in cui lo spazio diventerà pienamente operativo. Credo che possa essere molto apprezzato dai clienti”

Lo stabile è in effetti molto grande e l’ampio spazio al piano superiore ben si adatta ad eventi di questo genere.
“volutamente lo abbiamo lasciato apparentemente scarno, ma in effetti è il vero e proprio atelier dove noi possiamo liberare i nostri pensieri e i nostri desideri in materia di design. E poi, lo spazio al piano superiore serve anche per creare e stimolare la creatività o fare meeting come quello a cui accennavo poco fa. Infine, non l’ha ancora visto ma c’è anche un terzo piano: è il seminterrato che abbiamo tenuto a disposizione per attività di altro genere. Per esempio le piccole manutenzioni. È una cosa a cui stiamo iniziando a lavorare in questi mesi, ma il desiderio è di affiancare a una lucidatrice che già abbiamo preso anche altre attrezzature. Un altro desiderio è quello di essere veloci e precisi nel servizio ai clienti. Da ottici e titolari di negozio, sappiamo molto bene cosa viene apprezzato di più e perché: sulla base di questa conoscenza stiamo iniziando a operare.”

È, come accennavamo prima, il luogo perfetto per organizzare delle attività come gli “shopping day”.
“Volendo sì, ma siccome conosco gli shopping day e ne ho visti molteplici, devo dire che cercherò di fare qualcosa di diverso. Se ci si pensa lo shopping day non è altro che una visita in cui si vede tutta l’offerta e si decide cosa acquistare. Desideriamo fare una cosa più dedicata ai clienti. Immagino due o tre persone al mattino e altrettante nel pomeriggio: non di più. Il bello è stare con il cliente, parlare, cercare di capire e conoscere le sue necessità e i suoi temi. Il rapporto personale deve essere affrontato con altro metodo.”

Visto che siamo oramai a MIDO, direi che qualche informazione sulla collezione sia indispensabile.
“Credo che il passaggio più significativo, oltre alle nuove forme, sia proprio nel materiale. Infatti anche se è vero che i miei occhiali sono da sempre caratterizzati da colori derivanti dall’utilizzo della sete nella montatura e nelle aste, è altrettanto reale il fatto che fino ad oggi ho quasi sempre utilizzato acetato trasparente combinato a quello nero.

Ho sempre avuto un po’ di timore ad avventurarmi nell’acetato colorato considerando che a mio parere c’era il rischio di essere ridondanti. Invece anche un po’ spinta dai commerciali ho provato a inserire piccole dosi di colore, piccole aree dove il colore si affianca alle trame in seta più tradizionali.

Magari creando dei contrasti. Questo anche perché la moda in questi anni ha molto sposato il contrasto di tonalità. Potrei azzardare un seta verde e dell’acetato fuxia, ad esempio. Altra caratteristica è che debba essere un occhiale ben strutturato. Quindi non si vedranno superleggeri o sottili. Epique è legato a occhiali con un po’ di spessore.”
Se proporre un occhiale così moderno e innovativo è a mio parere perfetto per il mondo femminile, molto meno direi che lo sia per quello maschile. Come vi siete parametrati nei modelli uomo?
“Abbiamo lavorato con attenzione sull’uomo. Siamo partiti dalla convinzione che gli occhiali da uomo dovessero avere delle differenze. Inevitabilmente. Ad esempio spessori più moderati ma con alcuni elementi chiaramente Epique. Accanto a questi però non mi sono fatta mancare l’occasione di proporre occhiali particolari, molto provocatori. Ad esempio occhiali uomo in cui la seta la fa da padrona. La cosa interessante è che anche le forme e i colori più particolari se realizzati mantenendo criteri di gusto vengono apprezzati. Anche nei modelli uomo.

C’è però un aspetto che vorrei sottolineare: sempre più il confine fra modelli uomo e modelli donna si fa sottile, a volte sparisce del tutto. Da qualche anno a questa parte notiamo una tendenza all’unificazione dei gender nella moda. Credo che sia un inevitabile cambiamento in linea con quello che accade nella società. Le classificazioni sono diventate decisamente meno formali e meno rigide. D’altra parte l’occhiale è fashion, moda. Quindi è chiaro che nell’occhiale succeda quello che accade negli altri comparti di questo mondo.”

Un’ultima domanda: cosa immagine nel futuro di Epique?
“Al di là del costante rinnovo della collezione, credo che le cose su cui si debba puntare siano legate alla diffusione del nostro marchio. Questa sede in cui ci troviamo ha anche questo scopo. Mi piacerebbe portare qui gli ottici delle varie regioni d’Italia per far toccare loro con mano le nostre idee, le nostre proposte, la qualità e renderli parte attiva di questo mondo che abbiamo creato con tanta passione.”