Il nome Danshari deriva dalla filosofia giapponese Zen che concentra la vita su ciò che è essenziale bello e minimalista.
La storia personale di Giuseppe La Boria è lo sfondo su cui si muove il marchio Danshari che debutta ufficialmente al Mido 2020. Giuseppe La Boria è un punto di riferimento per il settore dell’occhialeria. Una storia personale legata alle aziende più importanti e prestigiose del settore ottico internazionale. Con un particolare attaccamento personale all’esperienza presso Alain Mikli. “Il più grande genio creativo della storia dell’ottica.”
“Dopo l’ultima esperienza lavorativa, ci racconta La Boria – avevo deciso che avrei fatto il consulente part time per vivere una dimensione diversa e meno faticosa del mio lavoro”. Tutto sembrava quindi indirizzato verso una fase della maturità professionale dedicata a mettere a frutto le conoscenze acquisite in anni di gestione manageriale degli aspetti commerciali di marketing e di prodotto. Complici però il fato e l’abitudine a pensare e vivere in modo propositivo, e’ riemerso all’improvviso il carattere e la voglia di fare qualcosa di nuovo e di bello.
“Era da poco passato il MIDO del 2019 Ero a pranzo in un ristorante giapponese. Paese che amo in modo viscerale. Mi capitò di vedere un libro in francese dedicato alla filosofia Danshari. Non conoscevo la filosofia Danshari, ne che derivasse dal pensiero Zen. Il libro mi colpì profondamente e decisi d’approfondire l’argomento.
Da quel libro iniziò un lungo cammino dedicato proprio ad assimilare questa filosofia esistenziale, basata sul minimalismo inteso come rifiuto dell’ostentazione per comprenderne fino in fondo i valori. Accanto al rifiuto dell’ostentazione Danshari significa anche l’abbandono dell’eccesso e l’affrancamento da tutto ciò che non è indispensabile. Questo insieme di cose, non come indice di economia o di frugalità, ma come espressione della massima razionalità, qualità e bellezza di un qualsiasi oggetto che faccia parte della nostra esistenza. La strada, insomma, che porta dritta alla vera essenza dell’animo umano che a ben guardare è la bellezza dell’essenziale. Non a caso i tre ideogrammi che sono la base della parola scritta in lingua giapponese sono infatti proprio l’insieme di questi concetti. Stanno a indicare che la felicità, la gioia della vita non sta nell’accumulare le cose in modo consumistico, ma nel cercare, individuare e godere dell’essenza delle cose di cui scegliamo di circondarci.
“Fu proprio partendo da questi concetti – ci racconta ancora Giuseppe La Boria – che decidemmo dopo discussioni significative, di prendere questa strada e di provare a interpretarla nel modo migliore. Questo significava creare degli occhiali che partissero da materiali di altissima qualità e che racchiudessero in loro stessi il concetto di Danshari.
D’altra parte, aggiungiamo noi, difficilmente ci sarebbe potuta essere una persona con una esperienza più vasta e più profonda di quella che Giuseppe La Boria ha accumulato in trent’anni di lavoro nel mondo degli occhiali e per questo adatta a creare questa nuova avventura.
Danshari quindi nasce come marchio di occhiali realizzati in acetato di cellulosa giapponese (ad eccezione degli acetati colorati) di altissima qualità o in titanio e beta titanio purissimo, sempre di provenienza giapponese. La traduzione nella realtà di questo pensiero filosofico è una gamma di prodotti di assoluta bellezza dall’aspetto quasi etereo o se preferite rarefatto, prezioso per il suo rigore estetico e la qualità realizzativa che sotto molti punti di vista lascia davvero sorpresi. La cura dei dettagli, la leggerezza e l’equilibrio (anche nella portabilità) sono il biglietto da visita più bello che La Boria e i suoi potessero proporre.
Poi basta iniziare a farsi raccontare dal fondatore e animatore dell’azienda come vive e come vede i suoi occhiali, per essere trascinati in un viaggio fatto di dettagli curatissimi e di entusiasmo contagioso.
21 modelli in 3 colori (occhiali unisex) dove l’impegno produttivo è teso a perseguire il concetto di piacevolezza della portabilità e della ricercatezza delle scelte tecniche. Come nel caso delle aste che sono realizzate con un processo di laminazione: si tratta di un processo in cui un’anima in beta titanio trattata e poi galvanizzata ed infine perfettamente lucidata, viene inserita fra due lastre di acetato che vengono unite fra loro con un processo ad alta frequenza.
Quello che emerge dall’indossare un paio di occhiali Danshari è il perfetto equilibrio ed il confort che si prova. Un prodotto estremamente leggero. Con un fitting perfetto, Merito della attenta distribuzione dei pesi.
Non servono grandi spiegazioni per indicare le particolarità che animano questo progetto. Basta guardare gli espositori (essenziali) le scatole in cui sono confezionati gli occhiali con un particolare trattamento antigraffio (dei piccoli capolavori di attenzione) per poi concentrarsi su un oggetto che davvero studiato nei dettagli in modo quasi maniacale e davvero bello.