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Nik03 e GB, il made in italy senza compromessi

Acciaio chirurgico a bassissimo tenore di Nichel per garantire un occhiale sicuro e più amico della pelle. Questo il pensiero che sta alla base della collezione Nik03 di G.B.

Per Stefano Larcher, socio e anima propulsiva della G.B. di Auronzo di Cadore in un occhiale sono molte le cose di cui si deve tener conto. Si tratta di particolari apparentemente banali ma che se si prova a far combaciare su un solo prodotto, ti fanno capire piuttosto in fretta che fare un buon paio di occhiali è molto più impegnativo di quanto si possa immaginare.

“Per fare un bell’occhiale – ci spiega Stefano Larcher – serve la capacità di fondere diversi aspetti fra loro. In primo luogo l’occhiale deve essere in grado di suscitare emozioni. Non si deve mai dimenticare che gli occhiali sono l’unico accessorio che finisce per modificare la nostra stessa fisionomia. Però non è sufficiente che gli occhiali siano belli. Devono essere ben fatti e devono rispettare la salute della pelle con cui vengono a contatto. Per questo motivo un occhiale di qualità è molto importante. Non è solo questione di estetica”.
Ed è proprio da queste considerazioni che nel 2005 nasce il marchio Nik 03 sotto l’ala più grande della G.B. di Auronzo. Con la mission dichiarata di realizzare un prodotto bello, di gusto italiano e curato come solo alcune aziende abituate alla qualità sono capaci di fare.

Ma tutto questo a Stefano Larcher e ai suoi non bastava. Il desiderio era realizzare un occhiale in metallo che rispondesse a pieno alle caratteristiche di compatibilità con la pelle di chi li indossa. In genere nell’acciaio che si può acquistare la percentuale di nickel è attorno al 7%, negli altri metalli molto superiore (alpacca 18%, Monel 65%). Il nichel però ha delle caratteristiche che possono alla lunga creare problemi di allergie o altri fenomeni di irritazione su determinate tipologie di epidermide. Ridurre questo rischio è per alcuni una necessità. Da qui l’idea di realizzare degli occhiali con un acciaio speciale a bassissimo tenore di nichel. Si tratta del medesimo materiale utilizzato in chirurgia un acciaio che ha una quantità di nichel che è mediamente di trenta o quaranta volte inferiore a un normale acciaio. Infatti è un materiale che contiene solo 0,3 parti di nichel ogni 100.

Un acciaio così compatibile e poco invasivo con il nostro organismo perché è il medesimo che viene utilizzato in migliaia di sale operatorie ogni giorno per implantologia o protesi di ogni genere. Insomma un prodotto perfetto per poter stare sulla pelle di una persona senza correre il rischio di danneggiarla.

La collezione Nik 03 nasce nel 2005 volutamente con delle linee classiche che ancora oggi sono considerate valide dal mercato e da questo sono apprezzate. Però limitarsi a prodotti tradizionali sarebbe stato per certi versi limitativo dello sforzo che una scelta di questo genere comporta. Così negli ultimi anni accanto alle versioni dalle linee più tradizionali, sono cresciute gradualmente, ma con continuità, anche le collezioni più ispirate alla moda, sia nelle linee che negli abbellimenti e nelle finiture. Per arrivare in tempi ancora più recenti ai modelli in cui l’acciaio speciale di cui questi occhiali sono composti, è proposto anche con placcatura in oro o in rodio. Anche in questo caso si tratta di placcature importanti: 4 micron. Cioè circa 80 volte lo spessore che in un trattamento galvanico si definisce flash e che è il più utilizzato in questo genere di lavorazioni.

“È uno spessore che dà valore al prodotto – prosegue Larcher– e che viene molto apprezzato da chi indossa gli occhiali per molte ore al giorno. Quindi sono i modelli da vista ad essere i più apprezzati, ma anche la quota destinata all’occhiale da sole è soddisfacente. G.B. di Auronzo di Cadore è quasi superfluo ricordarlo è una realtà con alle spalle una storia molto articolata e importante che nel corso degli anni si è saputa specializzare nella realizzazione di occhiali in acciaio che come tutti sanno, si caratterizza per una serie di problematiche produttive che incidono non poco sulla realizzabilità del prodotto finale.
In una prima fase della sua esistenza G.B, nasce per la produzione di componentistica per occhiali. Poi con il passare degli anni la specializzazione si è spostata verso la produzione di occhiali. “La scelta di andare verso l’acciaio – ci spiega Stefano Larcher – venne come conseguenza delle richieste di mercato. Infatti nel corso degli anni ‘90 – prosegue – crebbe molto la domanda di occhiali con montature molto sottili e l’acciaio era senza dubbio il materiale più adatto a questo genere di lavorazione”.

G.B. che di lavorazione del prodotto in acciaio aveva buona pratica, si trovò avvantaggiata e pronta. Anche nello sviluppare nuove tecnologie produttive. Ma ad essere cambiate non sono solo le tecnologie produttive e i materiali. Spesso i mercati influenzano pesantemente i differenti approcci dei produttori

“Nel corso degli ultimi venti o trent’anni – prosegue Larcher – il mondo di riferimento è cambiato completamente e di conseguenza è cambiato il nostro lavoro ed anche il nostro atteggiamento. Un tempo i volumi erano ben altri e con margini molto differenti rispetto ad oggi. A questo poi si deve aggiungere che il rinnovo di gamma è diventato molto più veloce e si finisce per sviluppare ogni anno almeno una cinquantina di nuovi modelli, solo per ciò che riguarda la nostra proposta. Se a questi si aggiungono le richieste provenienti da fuori azienda i numeri raddoppiano in senso letterale”. Questo mette a dura prova tutta la filiera produttiva: partendo dal creativo che inventa le forme e le elabora attraverso un sistema CAD per arrivare a chi realizza il primo prototipo: si tratta di figure professionali che in azienda fanno sostanzialmente solo questa attività.

Sotto il profilo produttivo in senso stretto G.B. si è organizzata in modo quasi interamente integrato. Questo per poter seguire meglio il livello qualitativo del prodotto lungo tutta la filiera e per poter garantire al proprio cliente che si tratta di un articolo made in Italy nel senso vero e puro del termine. Se poi si considera che anche la componentistica è quasi interamente prodotta in azienda, si comprende bene quale sia il livello di controllo sulla qualità del prodotto finito. Dal semilavorato di acciaio al prodotto montato e spedito, il solo passaggio che per motivi logici non viene effettuato all’interno dell’ azienda è il trattamento galvanico e la coloritura.

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