a cura di Francesco Sturaro
Per l’ottico e l’optometrista, come per tutti gli altri imprenditori, il calendario delle scadenze fiscali è sempre più fitto. In particolare, quest’anno, nel mese delle caldarroste scadono i termini per numerosi obblighi fiscali.
La vera novità di questo ottobre 2017 è la scadenza (dopo alcune proroghe) del cosiddetto spesometro. Il termine per l’invio dello spesometro relativo al primo semestre 2017 è stato prorogato al 16 ottobre, ma sia il viceministro all’Economia, Luigi Casero, sia il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, hanno ventilato l’ipotesi di una ulteriore proroga per la scadenza di questo gravoso adempimento, visti i disservizi del canale web di trasmissione dell’Agenzia, che hanno causato lo slittamento dei lavori da parte dei consulenti fiscali. Questa sarebbe la quarta proroga dalla nascita di quest’adempimento tanto discusso.
Gli esperti del settore si sono trovati ad affrontare situazioni critiche, quest’adempimento è considerato gravoso e porta solo ad un dispendio di costi e di energie sia per le imprese che per i professionisti. Inoltre, per molti è considerato un adempimento inutile. Può giovare a tutti gli imprenditori conoscere a grandi linee cos’è e, soprattutto, a cosa serve questo adempimento fiscale, che può apparire un oggetto misterioso a chi non è del settore. È utile anche comprendere meglio le difficoltà di una professione, quella contabile/fiscale, svolta da dei professionisti che potremmo definire dei veri e propri “martiri”, viste le mille peripezie che devono affrontare per rispettare le scadenze tributarie, sempre più fitte e impegnative.
Lo spesometro è una comunicazione che ciascun titolare di partita IVA effettua all’Agenzia delle Entrate, con la quale comunica i dati di tutte le fatture emesse e ricevute nell’arco di un dato periodo e, per quanto riguarda le operazioni per le quali non viene emessa fattura (ad esempio i corrispettivi di un negozio) è necessario comunicare tutte le operazioni in entrata ed in uscita al di sopra dei 3.600 €. Non è stato rinnovato quel grande vantaggio accordato in passato agli ottici e optometristi, di non dover comunicare le operazioni attive (scontrini e fatture) di importo unitario inferiore a 3.000 euro, al netto dell’Iva, effettuate nell’anno.
Questo rappresentava una grande semplificazione burocratica. Qual è, esattamente, la funzione dello spesometro? Lo spesometro è uno strumento fiscale introdotto nel 2010, il quale ha preso il posto del cosiddetto “elenco clienti-fornitori”. Le principali finalità della comunicazione in oggetto sono, a detta del legislatore, un maggior impegno a favore della lotta contro l’evasione fiscale ed il monitoraggio delle capacità di spesa dei contribuenti. Infatti, grazie ad esso, il Fisco può monitorare le spese e i consumi di particolare rilevanza in relazione alla capacità contributiva: di fatto esiste uno stretto legame tra spesometro e redditometro (l’indicatore della capacità di generare reddito in base ai beni posseduti e ai consumi effettuati). Inoltre, serve ad avviare più rapidamente le attività di controllo.
Di diverso avviso sono gli addetti ai lavori, i quali mettono in dubbio la reale utilità dello spesometro. Ma i fatti dicono che con esso è possibile, per il Fisco, effettuare verifiche più mirate, contrastare gli evasori nella gestione di fatture false e contabilità nere e facilitare l’individuazione dei soggetti più a rischio. Ma veniamo alle novità dello spesometro di quest’anno. Dal 2017, questa comunicazione fiscale dovrà essere trasmessa ogni 3 mesi e non più in forma aggregata, ma esclusivamente in forma analitica. In sostanza, ogni trimestre si dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute, assieme a tutte le eventuali note di variazione. Solo per il 2017, in deroga alla normativa, lo spesometro viene inviato semestralmente. Le scadenze per l’invio, solo per il 2017, sono quindi:
16 ottobre 2017 (salvo ulteriori – e probabili – proroghe) per le operazioni relative al primo semestre 2017;
28 febbraio 2018, per le operazioni relative al secondo semestre 2017.
Inoltre, si aggiunge, sempre da quest’anno, un nuovo obbligo: la nuova comunicazione Iva trimestrale, che dovrà contenere i dati contabili riepilogativi delle operazioni di liquidazione periodica dell’Iva. Appare ovvio come questa nuova cadenza trimestrale, anziché annuale, accresca non poco la mole di lavoro del commercialista, oltre che l’onorario pagato a quest’ultimo dall’imprenditore suo cliente. La parcella, inevitabilmente lieviterà.